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La teologia politica è stata l'autocoscienza filosofica del Novecento. Guidato da questa idea, Mario Tronti, tra i maggiori filosofi politici viventi, ripercorre la riflessione di Carl Schmitt, Walter Benjamin e Jacob Taubes, allo scopo di mostrare come, affrontando la politica con gli strumenti concettuali della teologia, diventa possibile ripensare il tema della libertà. Dalla libertà semplicemente politica si può passare così a una generalmente umana, intesa come libertà dello spirito. Partendo dall'affermazione di Schmitt sulla secolarizzazione dei concetti teologici per opera della teoria dello Stato, Tronti si concentra poi sul pensiero di Benjamin e Taubes, in cui la teologia politica si confronta con il messianismo. Il linguaggio teologico permette alla politica di comprendere le ragioni profonde della Storia, smascherandone ideologie e mistificazioni, e di aprirsi alle sfide più urgenti del prossimo futuro.